La storia
Gli inizi
La storia di HZERO ha inizio nel 1972
La storia di HZERO ha inizio nel 1972, quando Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano si reca in un negozio di giocattoli per acquistare il modellino di un’automobile, ma viene attratto da un treno Märklin.
A partire da questo acquisto prende il via la costruzione di un plastico ferroviario, inizialmente situato nella casa fiorentina di famiglia. Grande esteta e amante delle arti, Giuseppe di San Giuliano non si limita a immaginare un percorso di binari, ma vuole creare un vero e proprio scenario paesaggistico nel quale i treni Märklin possano intrecciarsi e prendere vita.
Il primo spostamento
Nel 1975 il plastico raggiunge ormai i 150 mq di superficie
Le dimensioni e l’intrinseca delicatezza dell’opera artigianale richiedono quindi il suo spostamento. Il progetto continua a espandersi nella casa coloniale della famiglia di San Giuliano in Val d’Arno, all’interno di un fienile. In questa fase è particolarmente significativo il contributo di Vito D’Amico, che collabora all’arricchimento progressivo del plastico portandovi le proprie competenze tecniche e il proprio entusiasmo
Il progetto a Scandicci
Alle soglie del 2000 le dimensioni richiedono uno spostamento
Alle soglie del 2000 le imponenti dimensioni raggiunte dal plastico richiedono un suo ulteriore ricollocamento in un hangar di 400 mq a Scandicci, alle porte di Firenze. In questa fase il tracciato originale, articolato attorno al primo circuito di binari acquistato nel 1972, assume una forte dimensione paesaggistica e raggiunge le attuali dimensioni di 280 mq. L’organizzazione del progetto si affina ulteriormente con il coordinamento di Alberto Pero Proietti e la partecipazione di Beppe Innocenti e del modellista Marco Baldi che, in continuità con l’idea di bellezza perseguita da Giuseppe di San Giuliano, vi imprime una finissima attenzione al dettaglio.
L'idea di un museo
Il plastico inizia a richiamare l'attenzione del pubblico.
Il plastico ferroviario inizia a richiamare l’attenzione, sono in tanti a chiedere di poterlo visitare.
Nel 2010 nasce così l’idea di creare un museo attorno al plastico ferroviario, come dono di Giuseppe San Giuliano alla città di Firenze.
Nel 2015 viene individuato il cinema Ariston, in pieno centro e a due passi da Santa Maria Novella, come luogo ideale con l’intenzione di restituire alla città anche questo cinema storico in stato di abbandono da tantissimi anni.
Lo spostamento da Scandicci al centro di Firenze
Il plastico arriva in centro a Firenze con un trasporto eccezionale
Solo un’operazione di alta ingegneria, affidata all’ingegnere Enrico Sodi, ha reso possibile il complesso spostamento del plastico dall’hangar di Scandicci alle sale del museo nel centro di Firenze.
La complessità del trasporto, scaturiva da alcuni fattori specifici:
- tagliare il plastico in sette parti, riuscendo a mantenere integri i pezzi;
- imballare i pezzi e trasportarli, uno alla volta, nella nuova destinazione;
- movimentare i sette pezzi all’interno del museo e poi rimontarli in modo da ottenere perfetti allineamenti preesistenti, con tolleranze infinitesimali.
Per risolvere queste problematiche è stato eseguito un rilievo a scansione laser della struttura lignea esistente e successivamente sono state realizzate sette sottostrutture, a graticcio in travi di legno lamellare che, grazie alla loro rigidezza, hanno consentito di effettuare senza danni il sollevamento dei pezzi di plastico, le delicate operazioni di imballaggio e trasporto, e una volta arrivati alla nuova sede, il sollevamento e la movimentazione dei pezzi e il loro rimontaggio.
Dalla maestria artigianale di coloro che vi hanno contribuito alla visione del suo autore primigenio, il Plastico di San Giuliano è oggi un’opera d’arte in divenire nel tempo, soggetta a continui aggiornamenti volti a preservarne la resa estetica e funzionale.
Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, il fondatore di HZERO
Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano è nato a Catania nel 1933 in una famiglia piuttosto attiva nella vita pubblica del Regno d’Italia. A 20 anni si trasferisce in Brasile con la famiglia, dove lavora nella gestione agricola della loro tenuta. Dopo vari impieghi, tra cui direttore di filiale alla Olivetti a Rio de Janeiro, lavapiatti in un coffee bar di Londra e valet de chambre e chauffeur per il ministro del Turismo delle Bahamas, si trasferisce a Firenze per occuparsi di una ditta di calzature. Un giorno recandosi all’Harry’s Bar con dei compratori, incontra suo cugino Enrico Paternò che gli presenta una simpatica ragazza che faceva colazione con i compratori di Lord & Taylor. Era Fiamma Ferragamo. La sposa nel 1969 e dall’unione nascono tre figli: Diego, Giulia e Maria.
Negli anni ’70 avvia un’attività di import-export e diventa produttore esecutivo televisivo. A metà degli anni ‘80 con la Sigma Gi entra nel settore del commercio all’ingrosso di stock di abbigliamento. Nel 2000 con la Sigma Gi, che guiderà fino alla sua scomparsa prima come amministratore delegato e dopo come presidente del CdA, è uno dei soci fondatori di Yoox.com.
È stato un personaggio eclettico, che ha coltivato diverse passioni tra cui la musica, l’arte, l’amore per i giardini e il ferromodellismo. In Sicilia, nella tenuta di famiglia, ha creato un giardino tropicale tra i più belli d’Italia, parte del circuito “Grandi Giardini Italiani”. A Firenze, in oltre 40 anni, ha sviluppato uno dei più bei plastici ferroviari d’Europa, avviando la creazione del museo HZERO.