Rettili su rotaie: conosciamo il Coccodrillo, il Caimano e la Tartaruga dei treni
I treni sono creature in continuo movimento. Una particolare specie che da più di un secolo ci ha permesso di raggiungere nuove mete geografiche e tecniche, antropologiche.
Nel bestiario dei treni più straordinari, sono tre animali in particolare a catturare la nostra attenzione, tre locomotive che hanno trasformato, ciascuno a proprio modo, l’habitat ferroviario. In questo articolo partiamo per un viaggio sulle tracce del Coccodrillo, del Caimano e della Tartaruga: i grandi rettili su rotaie.
Il Coccodrillo elettrico che si aggira tra i binari di HZERO
Non passa inosservato, nemmeno all’interno del plastico ferroviario di HZERO. Quando emerge dalla galleria sembra la testa di un rettile, con quel lungo prolungamento sul muso. Sotto l’appellativo di “coccodrillo” possiamo trovare una serie di locomotive elettriche, prodotte da varie fabbriche e in diverse versioni.
I primi esemplari appaiono nella Svizzera degli Anni Venti. Le locomotive coccodrillo sono facilmente riconoscibili per la loro struttura con un lungo corpo centrale e cabine di guida su entrambe le estremità. L’assetto a doppia cabina permetteva ai coccodrilli di invertire con destrezza la direzione, senza doversi fisicamente girare.
I coccodrilli erano particolarmente utilizzati nelle tratte di montagna, dove riuscivano ad affrontare pendenze ripide, curve strette e condizioni meteorologiche avverse. Il loro aspetto unico non solo li ha resi iconici, ma ha anche dimostrato la loro versatilità e capacità di adattamento – da sempre un grande plus evoluzionistico, sia nel mondo tecnico che animale.
Le locomotive coccodrillo hanno trasportato merci e passeggeri attraverso il pittoresco paesaggio alpino, per poi diffondersi – fino agli Anni Cinquanta – in Austria, Italia, Germania e perfino in India, diventando protagoniste indelebili della storia ferroviaria.
“Si chiamerà Caimano!”, ecco com’è soprannominato il locomotore E.656
Nel numero del febbraio 1976, “Voci dalla rotaia” lancia un concorso per decidere il nome delle nuove locomotive E.656 ed E.655. Tra circa un centinaio di proposte, ce n’è una che attira l’attenzione della giuria. Pochi mesi dopo, sul lato delle cabine, viene apposto il logo ufficiale: un caimano giallo-verde in corsa.
Nel contesto delle ferrovie italiane, il caimano evoca la potenza e maestosità di due celebri modelli. La E.656 e E.656, costruite negli Anni Settanta, sono locomotive elettriche progettate per trainare treni pesanti. La forma è aerodinamica, l’aspetto imponente. Sono composte da due semicasse accoppiate con 3 carrelli a 2 assili, mossi da 12 motori in corrente continua da 400 kW ciascuno. Il caimano rappresenta la forza di una nuova generazione di locomotive, è stato capace di trasportare treni merci su lunghe distanze, dimostrando la sua affidabilità in una varietà di condizioni ambientali e ferroviarie.
Il caimano su rotaie è riuscito a superare sfide e territori aversi, proprio come l’omonimo rettile è riconosciuto per la determinazione e la capacità di adattamento all’ambiente che lo circonda.
E.444 – avete mai visto sfrecciare una Tartaruga?
Ecco il nome in gergo ferroviario della locomotiva E.444.
Il treno richiama le forme del rettile più longevo, con le sue curve compatte e il profilo solido. La locomotiva è simile alla tartaruga per la resistenza e l’affidabilità, ma non è affatto lenta. Pensate che la tartaruga poteva arrivare, nei rettilinei, alla velocità di 180 km/h con punte di 200 km/h, quando tutte le altre locomotive esistenti all’epoca non superavano i 140 km/h.
Entrata in servizio negli Anni Sessanta, la E.444 è stata progettata per il trasporto di treni passeggeri ad alta velocità; spesso utilizzata per collegamenti ferroviari tra le principali città italiane, offrendo ai passeggeri un’esperienza di viaggio comoda e veloce.
Per oltre un ventennio (tra gli Anni Settanta e gli Anni Ottanta) le tartarughe sono state l’ammiraglia delle locomotive italiane, di cui si contano ben 117 esemplari.
Si tratta di una locomotiva iconica, simbolo di prosperità, stabilità e lungimiranza, che ha contribuito in modo significativo alla modernizzazione del sistema ferroviario dell’intero Paese.
Il treno Coccodrillo e Tartaruga nel museo di modellismo ferroviario HZERO
Alcune delle creature che hanno trainato la cultura ferroviaria del secolo scorso, si possono vedere oggi miniaturizzate nel cuore di Firenze. In cinque minuti dalla stazione di Santa Maria Novella si può raggiungere HZERO: il museo del modellismo ferroviario. Al suo interno ci sono la bellezza di 280 mq di plastico. Un ambiente fatto di città e valli, fiumi e montagne, popolato da centinaia di treni che si muovono in una ricostruzione minuziosa del loro ambiente naturale.
Da HZERO è possibile vedere oggi la tartaruga che sfreccia in curva per poi rifugiarsi dietro la collina e il coccodrillo che fa la ronda intorno al lago, col suo profilo inconfondibile. Il coccodrillo e la tartaruga sono creature affascinanti, che aggiungono al panorama ferroviario un tocco di personalità e magia. E ci ricordano il legame tra macchina, umano e animale – un nucleo fondante, di inesauribile d’ispirazione